Il progetto pilota denominato «La tutela della salute dell'atleta: nuovo modello di prevenzione e contrasto al doping nella popolazione sportiva giovanile e in quella amatoriale», proposto dall' Emilia-Romagna, a cui hanno già aderito altre regioni Toscana, Lombardia, Veneto e di diverse federazioni sportive, prevede prelievi del sangue «in occasione di raduni collegiali o gare» ora è stato sottoposto al ministero della Salute che deve dare l'ok ai finanziamenti per una sperimentazione di un anno.
Il progetto è stato approvato dalla giunta Errani il 5 dicembre e sarà mandato alla Commissione di vigilanza sul doping del ministero della Salute che ha deciso di sostenere alcuni progetti di ricerca finalizzati appunto alla tutela della salute dello sportivo nelle categorie giovanili e amatoriali.
L'iniziativa prevede che siano le singole federazioni sportive a identificare gli atleti da sottoporre al test, un prelievo di sangue «in occasione di momenti di raduno collegiale o di gara- si legge nella delibera- ogni atleta coinvolto in questo processo di monitoraggio dovrà esprimere compiutamente e formalmente il proprio consenso». Il medico federale, prevede ancora il progetto anti-doping della Regione, se scopre dai test «valori ai limiti o al di fuori dell'ambito fisiologico», può decidere per la «prescrizione medica precauzionale di sospensione dall'attività sportiva», o richiedere all'atleta di «sottoporsi ad ulteriori accertamenti» per definire le cause dell'alterazione dei parametri.
L'obbettivo dei test anti doping sui minorenni e gli atleti amatoriali risponderebb, secondo la Regione, alla «necessità di garantire la salute e trasparenza delle proprie caratteristiche biologiche» in difesa degli atleti.
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