Tecniche d'ingegneria genetica invisibili ai controlli antidoping

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L'Ingegneria genetica
studia per trovare un atleta creato in laboratorio in grado di battere qualsiasi avversario. E' quello che si potrebbe verificare in un futuro molto prossimo, in quanto si è scoperto che "I geni che influenzano la prestazione sportiva sono più di 200. Andando ad aumentare o ridurre la loro espressione si potrebbe costruire l'atleta perfetto in laboratorio".
A lanciare l'allarme sulle nuove frontiere tecnologiche del doping è Dario D'Ottavio referente per il Consiglio nazionale dei chimici (Cnc) nella Commissione antidoping del ministero della Salute, intervenuto a Roma durante la presentazione dell'iniziativa 'Il doping non è acqua fresca' promossa dal Cnc al Palazzo dell'informazione.

"Si potrà - prosegue l'esperto - selezionare a monte gli atleti che hanno la massima espressione di questi geni e creare così una prima scrematura da cui far uscire lo sportivo perfetto. Questo grazie ai progressi dell'ingegneria genetica e alle tecniche di transvettazione virale con cui si può far produrre all'organismo una molecola in grado di migliorare la prestazione sportiva". Un processo impossibile da verificare ai controlli antidoping.

"Se si vuole - spiega D'Ottavio - aumentare la produzione di eritropoietina, che trasporta l'ossigeno ai tessuti, basta isolare dal Dna del soggetto il gene che codifica la produzione di questa proteina. Questo frammento di Dna - prosegue l'esperto - viene agganciato a una vettore virale, dopo che al virus è stata tolta la parte patogena, e si reindirizza con il pezzo di Dna verso la cellula. A questo punto - avverte lo specialista - il virus modificato a proprio vantaggio penetra nella membrana cellulare avviando la produzione dell'ormone desiderato".

"Questo tipo di tecniche d'ingegneria genetica è invisibile ai controlli antidoping. Un esempio - racconta lo specialista - è il caso del laboratorio americano Balco, finito poi sotto inchiesta per essere una fabbrica di 'super atleti', dove veniva sintetizzato lo steroide tetraidrogestanione (Thg), noto per essere la nuova frontiera del doping. Un nuovo escamotage - conclude - non riscontrabile con le normali verifiche sugli atleti e che ha richiesto una metodologia d'analisi particolare per essere scovato".

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