
Roma - La Commissione antidoping del ministero della Salute, già nel corso del 2010 ha dovuto ridurre ulteriormente il numero di controlli rispetto agli anni precedenti, in considerazione delle minori risorse finanziarie.
Questo è' quanto è emerso dalla Relazione annuale sull'attività svolta dalla Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive durante l'anno 2010, inviata al Parlamento, cio nonostante sono risultati positivi al doping il 4,7% atleti controllati e il 9% tra i ciclisti.
"La Commissione - si legge nella relazione pubblicata sul sito web del ministero della Salute - ha ritenuto pertanto di indirizzare i test soprattutto su quelle discipline nelle quali era risultata una maggiore diffusione dell'uso di farmaci o pratiche vietate per doping".
Le discipline sportive maggiormente testate sono state il ciclismo, l'atletica leggera, il nuoto e gli sport invernali nelle categorie amatoriali e giovanili su manifestazioni organizzate da Federazioni sportive nazionali, discipline associate e da Enti di promozione sportiva. Si è cercato soprattutto di mantenere un livello di attenzione alto soprattutto verso la prevenzione della diffusione del fenomeno doping tra i giovani e nei settori sportivi amatoriali.
La Commissione ha inoltre provveduto ad aggiornare la lista dei farmaci e delle sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e delle pratiche mediche il cui impiego è considerato doping, adeguandola anche alla lista internazionale di riferimento. E' stato infine avviato un lavoro di approfondimento sulle numerose sostanze che risultano a oggi non ancora rilevabili o difficilmente rilevabili con le metodiche disponibili. Tra queste si segnalano le emoglobine di origine animale, i fattori di crescita (proteine capaci di stimolare la proliferazione e il differenziamento cellulare) e le gonadoreline, sostanze che stimolano la secrezione di ormoni sessuali.
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