Spagna porto franco del doping, wada impotente

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A qunto pare sembra prorio di si!
Dalla Spagna arriva la notizia dell'assoluzione di Marta Dominguez, mentre al Tour la stampa spagnola è preoccupata più per il ginocchio sinistro di Alberto Contador, alla vigilia dei Pireni, poco importa che Contador debba ancora essere scagionato dal Tas dall'accusa di doping (esattamente un anno fa, proprio al Tour de France, fu trovato positivo al clembuterolo, ndr).

L'assoluzione della campinessa di atletica spagnola, scagionata da tutte le accuse di doping nonostante gli inquirenti avessero in mano prove schiaccianti, getta nuove inquietanti ombre sulla Spagna che fa sport. Qui si vince, mica ci si controlla. Qui si fanno record, si festeggia, si umiliano gli avversari, mica si cerca l'etica.
Dominguez, campionessa mondiale in carica dei 3.000 siepi, è stata lasciata in libertà. Era stata arrestata il 9 dicembre con altre sei persone del mondo dello sport, fra cui il suo allenatore Cesar Perez e il medico Eufemiano Fuentes, già coinvolto nel 1996 nella "Operacion Puerto". Tutti sono poi stati rimessi in libertà.
«Sono innocente, non hanno trovato nulla a casa mia», ha detto ai giornalisti la Dominguez, 35 anni, dopo l'interrogatorio. Secondo la stampa di Madrid, la "regina dell'atletica" spagnola è accusata di avere partecipato alla distribuzione di prodotti di doping negli ambienti dell'atletica. Lei ha sempre negato. «Non ho mai fornito sostanze dopanti a nessuno», ha ribadito oggi. Ha aggiunto di essere stata coinvolta nell' inchiesta da «intercettazioni telefoniche», senza fornire altre precisazioni. Marta Dominguez, che è incinta, ha sospeso l'attività agonistica ma prevede di tornare alle competizioni dopo il parto.

La storia di oggi o meglio di questi giorni, è la storia che ormai dura da troppo tempo, perlomeno dal 2006, quando in Spagna scoppiò il caso doping più fragoroso della storia (l'Operacion Puerto, ndr) che travolse gran parte del ciclismo europeo fuorché quello spagnolo. Eufemiano Fuentes, il ginecologo della Canarie specializzato in emotrasfusioni, parlò di sportivi spagnoli: calciatori, tennisti, sciatori e personaggi dell'atletica. In Italia, in Francia, in Germania si operò come in nessun altro Paese (Valverde fu fermato due anni dopo grazie al Coni italiano, non alla giustizia iberica, ndr), in Spagna non hanno mosso dito: in compenso sono andati avanti a vincere. Nel calcio, nel tennis, nell'atletica e non solo.
Dall'Operacion Puerto all'Operacion Galgo, la seconda grande offensiva antidoping scattata il 9 dicembre scorso per mano della Guardia Civil spagnola, con l'assoluzione della Dominguez possiamo dire che è finita allo stesso modo, se non peggio, perché anche davanti a prove che gli inquirenti definivano schiaccianti, non è stato fatto nulla. Per la campionessa dell'atletica, a questo punto, c'è da liberarsi solo dell'ultimo capo di imputazione: quello di frode fiscale.
Niente da fare, da una parte c'è la Spagna che fa finta di nulla e continua a vincere, e dall'altra il resto del mondo che prosegue la lotta ai bari e spesso, troppo spesso proprio contro gli spagnoli perde. Giustizia a due velocità, con la Wada che fa la voce grossa con gli sport più deboli e lascia fare a quelli più potenti, soprattutto se praticati in nazioni come la Spagna.

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